Premessa. Gli "eventi catastrofici" idrologici, idrogeologici e geomorfologici sono sempre più frequenti particolarmente nei corridoi fluviali. L'inquinamento puntiforme e diffuso delle acque superficiali e sotterranee è ancora persistente. Le richieste di "acqua pulita", di ambiente e di suolo anche di quello a rischio, aumentano. Le contrapposizioni tra i diversi usi dell'acqua e del suolo, tra rischi ed usi, tra usi e salvaguardia della capacità autodepurativa del fiume e delle sue aree riparie, evidenziano la necessità di: - sviluppare a partire dalle teorie ecosistemiche metodi biologico - ecologici adeguati agli interventi richiesti e al processo pianificatorio, con un grado di precisione, di sensibilità, di complessità alle diverse scale spaziali e temporali, - internalizzare nella pianificazione e gestione del sistema fiume - territorio (bacino idrografico, inteso nella sua accezione più ampia), i dati (biologico-ecologico, paesaggistico - ambientale) acquisiti secondo in una visione pentadimensionale (Braioni M.G., 2000; Braioni M.G., et al., 2000 b). Per superare le contrapposizioni sopra citate, recentemente la Comunità europea ha elaborato una proposta di Direttiva (EC, 1999, 2000) con lo scopo di prevenire un ulteriore deterioramento dell'ecosistema acquatico, di promuovere un uso dell'acqua basato sulla protezione a lungo termine della risorsa "acqua disponibile", di contribuire a mitigare gli effetti delle piene e delle siccità, ed in particolare: - estendere la protezione a tutte le acque, superficiali e profonde, - raggiungere "un buono stato" per tutte le acque mediante una sequenza di linee guida - "un approccio combinato" di valori limiti di emissione e qualità standard - definire prezzi giusti - coinvolgere maggiormente i cittadini - definire una appropriata legislazione. Il piano di Bacino di un corso d'acqua (EC, 1999, 2000 a, b) è lo strumento idoneo a conseguire questi obiettivi. La sua definizione richiede, in sintesi, una valutazione ambientale finalizzata a migliorare la qualità globale dell'ambiente attraverso un opportuno equilibrio tra lo sviluppo antropico e l'uso delle risorse naturali che superi la pianificazione di settore, come quella economica, sociale, eco - idrologica (prevalenza delle variabili biologiche, fisco - chimiche - microbiologiche, ecologiche), del paesaggio (prevalenza delle variabili percettive - emozionali), e della pianificazione territoriale (prevalenza delle variabili relative al territorio) (Braioni et al., 2000 a). |