IL FIUME ADIGE

Rapporto finale. 5. Curve di preferenza del temolo e della trota marmorata.

Nominativo AutoriAUTORITA' DI BACINO DEL FIUME ADIGE
Anno2002
TitoloRapporto finale. 5. Curve di preferenza del temolo e della trota marmorata.
InRealizzazione di un esercizio sperimentale di alcune derivazioni d'acqua sul fiume Adige finalizzato alla valutazione del minimo deflusso seconda fase/ottobre 2001 - aprile 2002.
EdizioneHYDRODATA - INGEGNERIA DELLE RISORSE IDRICHE, MAGGIO 2002.
Serie Volume:1-58
IllustrazioniFIGG.42, TABB.8
Parole chiave / Key words GEOLOGIA APPLICATA, IDROLOGIA
Riassunto / AbstractPremessa. Definire un deflusso minimo vitale significa individuare una portata minima, da rilasciare a valle di una derivazione, che tenga in considerazione le esigenze ecologiche delle specie acquatiche che vivono nell’ecosistema, a fine di garantirne la sopravvivenza e lo sviluppo. A tal fine è possibile applicare un metodo idrobiologico, in grado cioè di integrare le informazioni idrauliche (simulazione delle condizioni idrauliche al variare della portata) con quelle biologiche, espresse in termini di preferenze, da parte di specie acquatiche significative, per differenti condizioni idrauliche. Le preferenze da parte delle specie per determinate condizioni idrauliche e morfologiche possono essere sintetizzate sotto forma di curve di preferenza, costruite sulla base di dati sperimentali: esse mettono in relazione il gradimento di una specie per differenti valori dei parametri idraulici e morfologici legati alla portata. Il metodo idrobiologico di definizione del DMV applicato nel presente studio, basato sull’analisi del microhabitat (spazio fisico definito da uno specifico valore della velocità, profondità e substrato), presuppone che al variare della portata si modifichino profondità e velocità della corrente; di conseguenza anche la disponibilità di habitat, caratterizzato da valori dei parametri che siano idonei per le specie indicatrici, subisce delle variazioni. Il risultato del metodo dei microhabitat è una relazione che lega la portata fluviale all’habitat idoneo disponibile per le specie. La curva portata/habitat è influenzata in modo sostanziale dalla forma delle curve di preferenza delle specie (Orth e Maughan, 1982; Bovee, 1986); può spesso capitare che, in funzione della curva utilizzata, i risultati dell’habitat non siano fra loro coerenti e quindi difficili da interpretare per ricavarne un valore di DMV. È quindi fondamentale, prima ancora di effettuare la simulazione dell’habitat, scegliere in modo oculato la specie o le specie da utilizzare, innanzi tutto assumendo che esse fungeranno da indicatori dell’ecosistema nel suo complesso (Bovee, 1982): ciò significa che tramite la tutela di tali specie si assume di tutelare l’intero ecosistema acquatico (comunità ittica, macrobentonica, vegetale). Ogni comunità biologica è complessa e non è quindi sempre immediato scegliere una o più specie rappresentative dell’ecosistema. È innanzi tutto pratica comune scegliere all’interno della fauna ittica una o più specie indicatrici (Bovee, 1986). La scelta fra più specie è basata sulla valutazione della rilevanza di ognuna, al fine di individuare quale costituisce il “collo di bottiglia”. Esistono numerosi aspetti da considerare al fine di individuare il fattore biologico (specie/stadio vitale) limitato particolarmente dalle variazioni di habitat (Bovee et al., 1998): - non tutti gli stadi vitali sono ugualmente importanti per la sopravvivenza della specie stessa; - non tutti gli habitat (macro e micro) hanno lo stesso peso per garantire a sopravvivenza della specie; - i fattori critici possono variare d’importanza durante il corso dell’anno e anche lungo il fiume; - i momenti di criticità differiscono d’importanza anche in funzione della loro durata (es. episodi acuti di asciutta oppure riduzioni croniche di portata). Una volta individuata la/e specie, è necessario disporre di informazioni specifiche relativamente alle preferenze idrauliche e morfologiche, anche in funzione di differenti stadi vitali, fondamentalmente perché l’energia richiesta per contrastare la forza idraulica e per alimentarsi in varie condizioni di corrente cambia in funzione della taglia (Moyle and Baltz, 1985). Nel caso in cui le conoscenze riguardanti la specie siano limitate o assenti, sarebbe opportuno sviluppare curve di preferenza sito-specifiche (Bovee, 1996), vista l’importanza che queste assumono all’interno della simulazione dell’habitat, ai fini della determinazione del DMV. È inoltre chiaro, a valle di numerosi studi a livello internazionale, come non esistano curve di preferenza “universali” (Heggens, 1988), cui consegue la necessità di svilupparne di sito-specifiche o almeno a scala regionale. Il Fiume Adige, come emerge dalla Carta Ittica della Provincia di Trento (2001), nel tratto fra Mori e Ala (TN) è caratterizzato dalla presenza del temolo (Thymallus thymallus) e della trota marmorata (Salmo trutta marmoratus). Il temolo è una specie reofila, che quindi dovrebbe risentire in maniera pesante delle riduzioni di portata dovute alle derivazioni idriche (Persat, 1988); è inoltre particolarmente adatto ad essere oggetto di modellizzazione dell’habitat, grazie alla sua elevata sensibilità ai parametri idraulici, mentre non ricerca rifugi particolari o strutture, che sarebbero troppo complesse da descrivere in modelli (Mallet et al., 2000). Il temolo spesso si ritrova in piccoli gruppi che si spostano nei pressi del fondo (Greenberg et al., 1994). Per quanto riguarda il temolo, nonostante siano ad oggi note le caratteristiche principali del suo ciclo di vita, sono pochi gli studi sulle preferenze ambientali. Di questi alcuni riguardano solo il periodo della riproduzione e deposizione delle uova (Gonczi, 1989; Sempeski & Gaudin, 1995), uno riguarda lo stadio giovanile in un fiume svedese (Greenberg et al. 1994) e solo in Mallet et al. (2000) si trova una descrizione di tre stadi vitali, che si assume possano coprire tutto il ciclo vitale de temolo, in due corsi d’acqua francesi. Nessuna delle curve esistenti relativamente al temolo è stata quindi definita in ambito italiano. Va inoltre sottolineato che le sezioni fluviali del fiume svedese avevano caratteristiche molto differenti dall’habitat tipico del temolo europeo: si trattava infatti di un tratto di fiume di piccole dimensioni, di raccordo fra due aghi, con acque lente, e l’habitat utilizzato poteva essere influenzato dalla migrazione, soprattutto in alcuni periodi dell’anno, fra fiume e aghi (Greenberg et al., 1994). Riguardo alla marmorata, specie endemica del bacino del Fiume Po, è disponibile un solo set di curve di preferenza sperimentali, definite sul Fiume Sesia (Gentili et al., in stampa), anche se è necessario premettere che le curve sperimentali sono generalmente sito-specifiche e quindi scarsamente utilizzabili in corsi d’acqua differenti da quello dove sono stati determinate (Thomas & Bovee, 1993; Heggens, 1990). In questo caso l’approccio ideale sarebbe stato quello dell costruzione di nuove curve di preferenza specifiche per la trota marmorata dell’Adige; considerata però la mole di dati necessaria per la definizione di nuove curve affidabili (Bovee, 1977), cui si aggiunge a peculiarità comportamentale della specie, non facilmente campionabile in quanto particolarmente schiva e abbondante soprattutto in ambienti profondi e nascosti (Ielli, 1994; Gentili et al., in stampa), si è optato per un approccio semplificato di valutazione delle preferenze, partendo dalle curve esistenti. La procedura seguita è consistita nell’effettuazione di prove di trasferibilità sulle curve già esistenti, con l’obiettivo di valutarne l’applicabilità anche sul fiume in cui si vorrebbe utilizzarle: questo permette di disporre di dati affidabili senza però dover determinare sperimentalmente ogni volta delle curve nuove.
Note GeograficheITALIA, TRENTINO ALTO ADIGE, VENETO, FIUME ADIGE
 
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